Matteo Mastromauro, Whitney Houston e la dignità della morte

12 02 2012

La morte è un elemento naturale, un passo che in maniera indiscriminata definisce il percorso di ognuno di noi, in quel lungo tragitto della vita.

Rappresenta una forma di egualitarismo che in un attimo aliena le differenze fra gli individui. Ad essa non importa chi tu sia stato, le tue ricchezze, i tuoi vizi, le tue virtù. Essa accomuna senza differenze di classe, di etnia.

Ma la morte a volte porta con se’, per alcuni personaggi dello star system, quell’elemento di mitizzazione che trasforma quell’evento naturale della morte  in una immortalità metafisica.

Michael Jackson, Amy Winehouse ed oggi Whitney Houston, stelle del pop mondiale, hanno spezzato l’incantesimo del loro splendido successo con i loro vizi e le loro debolezze. Stelle fragili la cui fama accresce con la morte che li rende miti.

Personalmente, pur rispettando il lato cristiano della morte, non riesco ad accomunarmi a quella solidarietà che si diffonde nei socialmedia in maniera virale con quell’automatismo che regna sovrano soprattutto in facebook.

Voglio però ricordare Matteo Mastromauro, giornalista del Tg5 morto a soli 42 anni.

Lo voglio ricordare per quella sua grande dignità nell’affrontare quella lotta impari con un cancro.

Ha lottato, ma, stremato nelle sue forze, ha perso la sua battaglia. Matteo sperava di farcela di proseguire e rendere ancora più bella quella vita insieme alla moglie, quella stessa vita, troppo spesso maltratta e violentata dai  tanti artisti “tormentati” .

CIAO MATTEO.

Guarda il Video in ricordo di Matteo Mastromauro