SdC: Siamo demoralizzati Critici

25 03 2009

stop-lavoro-sdcCapire le criticità e superarle attraverso una formazione efficace. Questo, un motto, che Scienze della comunicazione potrebbe utilizzare per ridefinire al meglio la sua offerta curriculare. Molto spesso le facoltà associano ai  tagli finanziari, la maggior parte dei problemi di ridefinizione dell’architettura didattica e formativa presenti in esse. Ma il deficit maggiore è la mancanza d’investimento culturale in un idealtipico interesse verso la formazione della classe studentesca. Questo preambolo, serve a far capire come molte facoltà, e nella fattispecie mi riferisco alla facoltà di Scienze della Comunicazione de Sapienza- Università di Roma, sono arrivate ad un punto morto della loro esistenza accademica. Troppo esile infatti è il rapporto tra mondo del lavoro e formazione accademica. Lo studente laureato in qualsiasi corso di laurea in Scienze della comunicazione, trova purtroppo una barriera insuperabile rispetto all’ inserimento nel mondo del lavoro. Basta guardarsi intorno è notare nei diversi annunci e richieste varie, opportunità ed esperienze lavorative che esulano dal ricercare lo studente formato a Scienze della Comunicazione.  A mio modesto parere non si tratta di una scarsa considerazione aprioristica nei confronti della facoltà, ma è innegabile la mancanza di professionalità dello studente che, laureato, non trova lo sbocco diretto.  Nella fattispecie una laurea di secondo livello in Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo, e quindi ciclo conclusivo dell’offerta di facoltà, sembrerebbe- ben camuffata nella sua copertina- un corso di laurea calibrato alla formazione professionale nei settori descritti. In realtà quello che riesce ad offrire è solo una leggera infarinatura protraendosi nell’incapacità di dare quel necessario imprinting per imporsi nel difficoltoso mare magnum del sistema lavoro. Non ha senso associare a tale percorso la professione di Giornalista proponendo nella realtà dei fatti pochi laboratori di scrittura o nessuna opportunità di stage, magari con la possibilità di accedere almeno alla carica di giornalista pubblicista.  Poi  ancora nello stesso corso, la parte relativa ai processi televisivi e web. Bene i laboratori, ma che diano la possibilità di promuovere le figure ricercate. Quindi proseguiamo con le “pillole di saggezza” del marketing o dei processi aziendali, nonché di piccoli concetti di grafica ed elementi di statistica.

Sono proprio convinto che finite le superiori mi iscriverò a Scienze della comunicazione. Penso sia la scelta più opportuna specialmente oggi che si ricercano nuove figure professionali nel panorama delle ICT. Ancora non ho deciso che fare ma potrò decidere con calma in questa bella offerta. Non sto nella pelle  potrò fare il grafico, il pubblicitario o il giornalista o magari il consulente nei diversi settori della comunicazione o ancora fare esperienza come consultant o analist presso qualche azienda  o inserirmi nel fantastico mondo della telefonia, sempre più convergente verso forme quadruple pay. Non vedo l’ora che inizi questo fantastico percorso“. Bhè si sa i sogni aiutano a crescere, a vent’anni non si è padroni dei propri entusiasmi, ci si lascia trascinare nel vortice ma poi ci si accorge forse troppo tardi che si è commesso un gravissimo errore e non si fa più in tempo a ritrovare il giusto percorso.

Ormai è tardi sei un laureato a pieni voti in Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo alla “Sapienza” di Roma, ma oltre alla dicitura sul bigliettino della bomboniera, che in realtà fa pure figo, non sei che un disoccupato senza arte né parte, … chi vuol essere lieto sia del doman non v’è certezza.

Evidentemente è tanta l’amarezza per un ex studente che ha affrontato un percorso di laurea con diverse aspettative per il suo futuro. Non so quale sia la via maestra, ma sono certo che bisogna dare una sterzata alla propria mission, consapevoli che per produrre una saggia e proficua offerta formativa bisogna guardare fuori dal proprio orticello. Non più artefici del proprio destino ma attori compartecipanti di una innovativa proposta didattica con  facoltà realmente e proficuamente federate,  portatrici ognuna del suo Know how.