In attesa del voto regionale : il marciume politico e il voto ruffiano.

9 01 2010

L’Italia, vive in una perpetua campagna elettorale. In effetti non si fa’ mai in tempo a digerire la bagarre delle contese e dei dibattiti delle elezioni politiche, per l’avvicinarsi di ulteriori tornate elettorali. Si propende in modo perenne allo scontro politico fino ad esasperare un clima che non produce alcuna novità positiva per l’Italia. L’esasperazione degli ultimi tempi ha visto un accanimento feroce quasi terapeutico nei confronti del premier, che in base alle dichiarazioni degli esponenti del Pdl e tutto da assoggettare alle “campagne d’odio” lanciate dal quotidiano “Repubblica” e da altri media distanti e contrari alle posizioni del premier Silvio Berlusconi. Si è partiti con lo scandalo delle cene e delle escort per passare ai “presunti” legami fra mafia e potere politico, con lo stesso Berlusconi e il senatore Dell’Utri chiamati in causa. Inoltre ancora all’interno del Popolo delle libertà, è sempre in atto uno scontro di idee fra i filo-finiani e i filo-berlusconiani, il tutto condito dagli interventi piccanti , del direttore del Giornale, Vittorio Feltri, che oramai ha provocato, forse, un’ insanabile spaccatura con il presidente della Camera e il suo seguito che, si esprime attraverso la rivista “Fare Futuro” dell’omonima fondazione creata dall’ex presidente di Alleanza Nazionale. Nel versante opposto le cose non vanno certo meglio. In effetti il Partito democratico è sempre alla ricerca di una sua definizione politica con un ennesimo cambio di leadership e perdita di pezzi pregiati al suo interno. Il resto della rappresentanza parlamentare è composta dall’ Idv di Antonio Di Pietro, che non perde occasione per criticare aspramente e, con toni a volte sopra le righe, il premier, e lo stesso Capo dello Stato e dall’Udc di Casini che cerca con le sue basse percentuali di influire sulle sorti della scena politica. Nell’attualità si materializza un teatrino indegno e indecoroso su alleanze e alleanzucce per accaparrarsi il maggior numero di voti in questa o quella regione. Le regioni sono quindi gli ultimi campi di battaglia per ridefinire meglio i confini delle potenze in lotta. Ciò che non manca è la politica ruffiana, la politica del “dimmi che ti serve” , il cosiddetto clientelismo becero che si appoggia ai bisogni e alle debolezze dei cittadini-elettori per assicurarsi un voto. Nella speranza di superare questi indegni ricatti morali, la vittoria più grande sarebbe almeno quella di liberarci da candidature mafiose o in qualche modo legate agli interessi dei mafiosi.